Sabato 2 marzo il giardino di via Grosso di Torino prende vita: alle 15:15 si forma il primo gruppo di manifestanti antifascisti e comincia così il presidio contro l’inaugurazione della sede fascista di “legio subalpina”, sita poco distante in corso Allamano 40 int. 17.
La zona è letteralmente intasata di digos, nella via una decina di camionette. Ma il grosso delle forze del disordine è schierato lungo corso Allamano davanti alla viuzza che conduce alla nuova sede neonazista. C’è persino l’idrante.
Per le 15:30 cominciano le attività: sono disposti gli striscioni, uno dei quali cita la scritta “INCOMPATIBILI”.
L’iniziativa prevedeva la possibilità di esprimere le proprie opinioni al microfono aperto e iniziano così gli interventi che si susseguono fino all’ultimo, quasi fino alle 19. Inizia la merenda sinoira Bellavita e inizia il torneo di bocce quadre (la cui tradizione torinese nasce proprio in questo quartiere con la prima occupazione del Barocchio del’90). Significativa la presenza oltre che di alcuni squat e centri sociali torinesi anche di varie sezioni dell’ANPI che, oltre le consuete commemorazioni e corone di fiori, si sono questa volta spesi e sono scesi in piazza per esprimere il loro dissenso: svariati infatti gli interventi dei loro rappresentanti al microfono aperto. Molto forte anche l’intervento della FAT. Ma ancora più stimolanti gli interventi degli abitanti del quartiere indignati. Alcuni di loro non sapevano niente e sono stati informati all’ultimo dagli avvisi messi in buca da alcuni antifascisti del quartiere. I residenti più sfortunati, quelli che abitano proprio di fronte alla nuova sede di “succhialpina”, protestano spontaneamente con tanto di cartello “NO AL FASCISMO”, ed un folto gruppo di essi confluisce al presidio antifascista a pochi isolati di distanza (anche se i media si guardano bene dal metterlo nero su bianco). E proprio loro sono gli ultimi ad andar via per cercare di rientrare nelle loro case blindate da cordoni di sbirri che difendono fino a notte i camerati e l’europarlamentare Borghezio, venuto ad inaugurare la nuova sede dei “difensori della libertà”, attigua alla caserma dei carabinieri. L’esito del presidio è molto positivo sia qualitativamente che quantitativamente e risulta evidente la volontà delle persone di continuare ad organizzarsi per far fronte a questa piaga arrivata nel nostro quartiere.
A presto, al giardino di via Grosso. Nessuno spazio per i fascisti di ieri, oggi, l’altroieri: andate a riciclarvi nella più vicina discarica! Sempre antifascisti.
Barocchio squat