Aggiornamenti dal fronte di Raqqa da parte di Cakdar Agir combattente Ypg anarco-squatters di Torino (scritto)
L’operazione per la liberazione della città di Raqqa procede senza sosta, e vede in prima linea gli eremi (regionali), i gruppi locali, compagni e compagne arabi/e o persone che prima vivevano nella città di Raqqa.
Tutte le truppe dei miliziani dell’Isis che non sono in difesa di Raqqa si sono posizionate arroccandosi a Deir zor, che rimane l’ultima roccaforte in mano ai daesh.
Le varie forze in campo stanno stringendo la città in più lati: nell’ultimo mese le Sdf sono avanzate da sud verso il nord, mentre dal lato est ci sono le truppe organizzate dal cantone di Kobane, e dal lato ovest dal cantone di Jezira.
I due terzi della città sono stati liberati e ormai la città è circondata, ma i miliziani non cedono e tengono le posizioni fino all’ultimo, contrattaccando quando un quartiere viene liberato.
Nell’ultimo mese l’Isis ha portato avanti molti attacchi con autobombe, aumentandone la potenza esplosiva e cambiandone la strategia, prevedendo attacchi con due persone, in modo che una possa nel frattempo sparare verso le posizioni delle Sdf.
Molti attacchi sono portati avanti anche conkamikaze, come tre giorni fa quando un miliziano dell’isis si è fatto esplodere e 10 compagni sono caduti. I daesh non lasciano la città e rendono più difficile la liberazione, continuano a mandare droni con bombe ad innesco e telecamere, attraverso le quali riescono a vedere le zone dove sono posizionati i compagni. Inoltre la città è piena di cecchini e di mine, nonché di tunnel larghi due metri usati come zone di rifornimento e come ospedali dove curare feriti, motivo per cui molte volte i bombardamenti hanno poco effetto.
La propaganda dell’Isis, che è sempre molto attiva e dà notizie falsate per mantenere alto il morale, parla di 600 miliziani nella città di Raqqa, quindi verosimilmente saranno 300 decisi a non mollare la città, ma nonostante questo le Sdf avanzano e molti civili vengono liberati, di cui molti sono yezidi, sopratutto donne fatte schiave durante il massacro di Shengal nell’agosto 2014.
A sostenere le Sdf c’è la coalizione internazionale guidata dagli americani, con aerei statunitensi francesi e inglesi in volo e il supporto di truppe americane con artiglieria pesante a terra.
La confederazione del nord intanto porta avanti la costruzione delle organizzazioni politiche e amministrative ad Hasake con assemblee quotidiane e riunioni.
Sul lato est intanto la Turchia attacca pesantemente verso Efrin, il terzo cantone del Rojava dove già con l’operazione “Scudo dell’Eufrate” nell’agosto 2016 aveva bloccato l’unione dei cantoni occupando le città di Al bab e Jarablus. Nonostantesia anch’essa un membro della Nato, e gli americani stiano supportando le Sdf nella liberazione di Raqqa, la Turchia continua indisturbata a portare avanti l’attacco nel cantone di Efrin, e la propaganda turca parla di un’invasione massiccia del nord della Siria non appena Raqqa sarà liberata.
Intanto nella periferia di Raqqa la vita torna alla normalità, nonostante il fronte di guerra sia a soli due km: i contadini ritornano nelle proprie case riprendendo le coltivazioni di lenticchie e di cotone, mentre i pastori portano a pascolo gli animali, e si cerca di soddisfare i bisogni primari senza non poche difficoltà.
Corrispondenza dal fronte di Raqqa 24 Agosto 2017
Di seguito, il contributo con Cekdar Agir, anarco-squatter di Torino e combattente YPG dal fronte Raqqa (audio):